Moscato d’Asti DOCG “Capitolo Uno” 2022 – Beppe Marino

20,00 

10 disponibili

Note di degustazione

Capitolo Uno Moscato d’Asti DOCG Canelli si presenta con un colore giallo oro intenso, che ricorda l’uva matura. Al naso, offre un profumo aromatico e tipico dell’uva Moscato, intenso e complesso, con sentori di fiori bianchi, rosa selvatica, pesca bianca e frutta gialla, con occasionali note di salvia e muschio. In bocca, è effervescente e consistente, con un ottimo equilibrio tra la dolcezza e l’acidità, rendendolo un vino dalla personalità unica e affascinante.

Abbinamenti

Capitolo Uno Moscato d’Asti DOCG Canelli è il compagno ideale per dolci secchi e crostate, ma anche per i classici dessert. La sua freschezza e dolcezza lo rendono perfetto per accompagnare formaggi freschi. Può essere sorseggiato anche semplicemente a fine pasto, come vino da meditazione, regalando un momento di pura gioia e relax.

Affinamento

La vinificazione avviene con soffice spremitura delle uve, ottenendo un mosto limpido che viene mantenuto dolce a bassa temperatura fino alla fermentazione in autoclave, secondo il metodo Charmat. Dopo la fermentazione, il mosto viene microfiltrato e imbottigliato in condizioni isobariche per preservare la CO2 naturale.

Brand

Il monastero di Santo Stefano Belbo, dove le suore della Congregazione delle Figlie di San Giuseppe producevano il Moscato per la celebrazione eucaristica durante le Messe di tutt’Italia, ha terminato le proprie attività nel 2014 fa a causa della mancanza di personale dovuta alla flessione delle vocazioni. Tuttavia, la famiglia Marino, proprietaria dell’azienda vinicola Beppe Marino, ha preso in mano il destino del monastero trasferendo la propria produzione nel suo recinto. L’azienda vinicola, operante dal 1972 e specializzata in vini tipici di Monferrato e Langhe, come il Moscato d’Asti e il Barbera d’Asti, ha raccolto questa sfida con l’obiettivo di rinnovare quell’eredità di dedizione, amore per il territorio e attenzione alla tradizione avviata dalle suore. Queste “suore del vino bianco,” come erano conosciute, erano custodi della produzione vinicola e hanno continuato la loro opera con fede e professionalità. Con il trasferimento dell’azienda, il monastero cerca di rinascere idealmente come un centro di passione enologica, mantenendo viva la sua importanza sociale e culturale per la comunità. La famiglia Marino è orgogliosa di poter contribuire a questo legame tra tradizione e futuro per Santo Stefano Belbo, paese natale di Cesare Pavese.

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